Da diversi anni si sente parlare di coaching, spesso e volentieri in modo improprio. In cosa consiste questo metodo e come funziona la relazione tra coach (professionista) e coachee (cliente)?
Timothy Gallway e John Whitmore – padri fondatori del coaching – definiscono questa disciplina “un’attività in grado di liberare le potenzialità di una persona affinché riesca a portare al massimo il suo rendimento”. Il coach non impartisce insegnamenti. Non offre soluzioni ai problemi. Semplicemente aiuta ad apprendere spogliando il coachee di tutte quelle convinzioni limitanti ormai consolidate nella sua mente che per tanto tempo gli hanno impedito di evolvere.
In questo quadro il rapporto tra coach e coachee è la cornice che definisce le modalità di relazione tra le parti. Sono necessari, da un lato, fiducia, rispetto, autenticità, accoglienza e ascolto senza giudizio. Dall’altro lato è necessario un reale desiderio ed impegno a cambiare. Questi gli ingredienti necessari per una sana alleanza tra le parti, solide fondamenta per iniziare un cammino.
In quest’ottica il coach adotta uno stile orientato al dialogo. Rende il coachee progressivamente consapevole delle sue caratteristiche personali o professionali. Lo accompagna nella definizione dei suoi obiettivi. Lo stimola a far luce sulle risorse necessarie a raggiungerli. Lo responsabilizza in quanto unico soggetto attivo e parte imprescindibile del proprio cambiamento.
Questo, in sintesi, il rapporto di coaching scientifico riconosciuto da ICF (International Coach Federation), ente che garantisce elevati standard di formazione in materia. Non promette miracoli. Non illude le persone con slogan stereotipati “se vuoi, puoi”. La volontà di iniziare un cammino deve essere di entrambi: coach e coachee. Sta al primo assicurarsi che il percorso non si trasformi in un mare di aspettative e false illusioni.
Personalmente definisco il coaching un “metodo liquido”: adattabile ed applicabile a qualsiasi ambito della vita: scolastico (studenti che devono compiere scelte, gestire situazioni particolari o imparare ad organizzarsi) personale e lavorativo (superare momenti di difficoltà, gestire cambiamenti ed incertezze). Unica condicio sine qua non: volontà ed impegno a guardare avanti!
Marina Filippi
(Coach certificata ACC-ICF & Formatrice)