Secondo i dati ICEF 2024, oggi gli studenti che decidono di frequentare un trimestre/semestre/anno all’estero alle superiori sono tantissimi rispetto a qualche decennio fa. Tuttavia è altrettanto vero che, paradossalmente, incontrano maggiori difficoltà dal punto di vista psicologico.
I social hanno sicuramente dato origine ad una vera rivoluzione. Molti exchange students postano in continuazione immagini “vincenti”, in cui tutto -durante il loro soggiorno lontano da casa – è meraviglioso: amici, host family, scuola, attività…
In questo mondo “patinato” (e del tutto irreale) eventuali difficoltà non trovano espressione. Esposti al continuo confronto, molti students possono sentirsi “inadeguati” e scoraggiarsi…
Il tempo che i ragazzi trascorrono quotidianamente sui social è, a mio avviso, inversamente proporzionale alla loro capacità di costruire resilienza: anziché affrontare le difficoltà si rintanano nella realtà virtuale per evitare ogni tipo di “fallimento sociale”.
Per affrontare al meglio un programma all’estero di medio-lunga durata ritengo quindi siano importanti alcuni ingredienti, quali: una buona autostima di base, la capacità di essere liberi da condizionamenti emotivi e soprattutto capire quando è necessario chiedere aiuto.
Genitori, host family, tutors e tutti i professionisti coinvolti possono (e devono) offrire ai ragazzi un supporto emotivo durante tutto il percorso tuttavia, affinché questo sia efficace, la volontà di “aprirsi” e “farsi aiutare” deve partire dal singolo studente.
Un’esperienza di studio all’estero è quindi un’ottima opportunità per sviluppare competenze linguistiche ed umane purché sussistano determinati presupposti. Il desiderio di imparare una lingua, emulare gli amici, accogliere le aspettative dei genitori o allontanarsi da una routine scolastica difficile non sono (a mio avviso) motivazioni sufficienti a determinare la riuscita del programma. Alla base di questa scelta devono infatti esserci più che altro motivazioni intrinseche, quali: voler conoscere se stesso/a, mettersi alla prova e soprattutto crescere e diventare un adulto/a.
Marina Filippi – Educational Consultant